L’avvalimento è senza dubbio uno degli istituti più importanti a disposizione delle imprese per riuscire a partecipare e ad aggiudicarsi un appalto pubblico, ma è anche una soluzione che può apparire particolarmente complessa dal punto di vista tecnico e normativo, se non si conoscono a sufficienza le modalità di funzionamento.
Uno dei primi termini che viene in mente quando si parla di appalti pubblici in Italia è “giungla”: non solo gli osservatori esterni, ma spesso (e soprattutto) anche le stesse imprese e gli operatori del settore ritengono, infatti, che questo campo sia quasi “minato” da troppe e differenti norme e regole. Al momento, il Codice italiano consta infatti di oltre 600 articoli, senza dimenticare poi le sentenze di Cassazione e gli ulteriori approfondimenti in materia, e non a caso il nuovo Codice – in fase di approvazione in Parlamento – dovrebbe portare innanzitutto semplificazione e trasparenza delle procedure. Anche perché il rischio è che le imprese possano veder vanificate importanti opportunità, a volte anche per mancate informazioni in merito a soluzioni tecniche come l’avvalimento.
Piccolo è bello? Bisogna innanzitutto premettere che il tessuto imprenditoriale italiano è ancora oggi di dimensione piccola o media: circa 200 mila imprese, vale a dire oltre il 90 per cento del totale nazionale, infatti, rientra nei parametri fissati dalla Comunità Europea, ovvero si tratta di aziende con meno di 250 addetti e con un fatturato inferiore a 50 milioni di euro, e per la maggior parte è addirittura al di sotto della soglia di 15 dipendenti. Questo ha un immediato risvolto nel campo degli appalti, perché rischia di escludere a priori la possibilità di partecipare a bandi e gare che presentano criteri e requisiti particolarmente stringenti, come ad esempio sul livello minimo di fatturato finanziario, imposto per tutelare la stazione appaltante, che può però diventare un paletto insormontabile per il piccolo imprenditore.
L’unione fa la forza. Non è però detto che non esista una soluzione positiva, anzi: con le direttive comunitarie n. 2004/18 e 2004/17 (poi recepite e adottate anche nel nostro Paese con il Decreto Legislativo 163/2006), la Comunità Europea ha infatti introdotto un istituto giuridico specifico per tutelare le imprese e allargare le maglie della partecipazione ai contratti pubblici nei settori di lavori, servizi e forniture: è il contratto di avvalimento negli appalti, ovvero la facoltà concessa a una impresa di richiedere supporto a una seconda azienda (da cui è legata da “una relazione giuridica qualificata”, come specificato dalle direttive comunitarie) per soddisfare i criteri fissati da un particolare bando.
Dettagli tecnici. In pratica, l’impresa definita “ausiliaria” mette a disposizione della prima (che prende il nome di “avvalente”) i propri requisiti di carattere finanziario, economico, organizzativo o tecnico, consentendole così di poter rispondere in maniera soddisfacente alle richieste contenute nel bando; questo accordo ha una durata minima che è quella della gara in oggetto e ovviamente, in caso di successiva positiva aggiudicazione, ha valore per tutta la durata dell’appalto. La ratio di questo particolare istituto è quella di consentire la massima partecipazione alle gare, oltre che di agevolare l’ingresso sul mercato di nuovi operatori e quindi, in termini assoluti, ampliare la concorrenza fra le imprese, di cui beneficia l’intero apparato. L’avvalimento ha applicazione in molteplici ambiti, come detto, e nel corso dello scorso anno il Consiglio di Stato ha sancito che può riguardare anche i requisiti soggettivi di qualità: in questo specifico caso, però, l’impresa ausiliaria dovrà mettere a disposizione dell’avvalente anche le proprie risorse e il proprio apparato organizzativo. Sono invece esclusi i requisiti di idoneità morale e professionale, che rappresentano dei presupposti indefettibili per la partecipazione all’appalto.
Come fare. Chiariti dunque gli aspetti normativi e formali del contratto di avvalimento negli appalti, resta però un nodo fondamentale: come si può trovare un’impresa pronta a fornire il supporto? In gioco entra il sito di Appaltitalia, il giornale del settore, che ha creato una specifica sezione nella quale segnalare le proprie esigenze o la propria offerta, così da mettere in contatto le aziende che possono avere interesse a lavorare insieme.