n Garfagnana, nel mese di aprile, è di scena “Selvaggia”, la festa delle erbe spontanee, dei fiori e delle gemme. Tra i grandi protagonisti della manifestazione anche il cardo mariano.
Selvaggia, è di scena la primavera
Sei giorni dedicati alle proprietà e alle varietà di erbe, gemme e fiori. È Selvaggia, la festa che illumina l’aprile della Garfagnana. Giornate dedicate alla scoperta dell’ingrassaporci, dell’ombelico di venere, della berretta del prete e del narciso, come vengono in chiamate queste erbe nella tradizione locale. senza dimenticare la pimpinella, l’elicriso, la genziana, la carlina, la ioseride, il fiordaliso, il rafano, le monete del papa. E il cardo mariano, una delle erbe di maggiore interesse per le sue straordinarie proprietà rigenerative per il fegato.
Il cardo mariano, dalla natura un amico per il fegato
Fin dall’antichità, questa erba è stata considerata «l’erba che cura le affezioni di fegato». Nel corso del Rinascimento si ricorreva alle sue proprietà per curare la malinconia, la depressione: stati d’animo legati all’epoca a problemi di fegato e cistifellea. La silimaria, secondo recenti studi, è il cuore pulsante delle proprietà terapeutiche attribuite a questa erba. Si tratta di un complesso di sostanze (presenti con concentrazione di circa il 3 per cento l’una) contenuti nei frutti di questa pianta. Tre le principali: silibina, silidianina e silicristina. è grazie a questi tre elementi, a queste sostanze che il card mariano si fa protettore della salute del fegato. Sembra, infatti, che stimolino la riparazione di cellule epatiche soggette a danneggiamento. Inoltre, incidono positivamente sul tasso di mortalità delle cellule epatiche in casi di avvelenamento da Amanite, riducendolo sensibilmente.
Transaminasi alte, perché scegliere il cardo mariano
Il cardo mariano, come è dimostrato anche da numerosi studi condotti di recente, ha proprietà benefiche anche in caso di transaminasi alte. Per un approfondimento sulle transaminasi e sull’importante ruolo che svolgono come indicatore della salute di fegato, cuore e apparato scheletrico, sui rischi dati da transaminasi alte è possibile rifarsi alla pagina di approfondimento che gli dedica il portale dedicato all’incontro tra sport e disabilità AbilityChannel. Il cardo mariano, come detto, ha dimostrato di avere importanti effetti benefici sulle transaminasi alte, riportandole a volari normali. Come? Le proprietà di questa pianta sembrerebbero agirebbe sia sulla SGOT (transaminasi glutammico-ossalacetica) sia sulla SGPT (transaminasi glutammico-piruvica). Le transaminasi sono enzimi, divisi come visto in due categorie, che svolgono un’importante attività metabolica a livello cellulare. Quando i valori sono eccessivamente elevati, cosa riscontrabile con un semplice esame del sangue, si può essere in presenza di lesioni delle cellule epatiche, cardiache, muscolari o renali.
Tutti i benefici del cardo mariano
I frutti di questa pianta rivestono importanti ruoli anche in altri ambiti. Prevengono la formazione di radicali liberi, inibendo la formazione dei lipoerossidi. Inoltre, le proprietà di questa pianta hanno conseguenza positive dirette sulle epatiti virali. La silimarina, infatti, riesce a bloccare l’aggancio del virus ai recettori cellulari, limitando il diffondersi del contagio e controllando temporaneamente anche variazioni anomale della transaminasi che avvengono in questi casi. I massimi benefici si ottengono con l’assunzione di circa 3-4 tazze al giorno di un decotto con i suoi frutti. È consigliabile assumere la prima tazza di mattina, la seconda mezz’ora prima del pranzo , la terza prima di cena e l’ultima prima di andare a letto.
Quali sono le controindicazioni?
L’assunzione di cardo mariano non sembra avere particolari controindicazioni. Non presenta tossicità e può essere assunto anche per lunghi periodi. È opportuno, però, fare attenzione in caso di importanti disturbi biliari. Inoltre, prima di assumere la pianta è bene confrontarsi con il proprio medico, soprattutto se si assumono già farmaci. È sconsigliata l’assunzione contemporanea con l’aspirina per evitare alterazioni della metabolizzazione del farmaco. Il cardo mariano, inoltre, sembra capace di ridurre la tossicità di molti farmaci utilizzati in caso di chemioterapia.