I sindaci dell’ATO 4 hanno sempre avuto uno strano comportamento, fatte ovviamente le dovute eccezioni, come Aprilia, Bassiano e pochi altri.
Da una parte, quello pubblico, di facciata, dove hanno sempre detto che il Servizio Idrico nel nostro territorio era il migliore che potevamo avere, oppure, nel migliore dei casi, che ci sono sì delle criticità ma che con Acqualatina avevano le mani legate, o ancora meglio, non ne parlavano proprio.
Dall’altra, quella meno pubblica o meno conosciuta dal pubblico, quella dei documenti, delle relazioni, delle “carte”, insomma, in cui mettevano nero su bianco le “magagne”, che loro indicano con l’eufemismo di “criticità”, che si sono accumulate in questi 13 anni di gestione Acqualatina.
Ebbene da queste “carte” risulta l’apoteosi del fallimento e del degrado del servizio idrico del nostro territorio che, badate bene, non è un’ammissione di colpa ma una maldestra “giustificazione” per chiedere altri soldi ai cittadini sulle bollette dell’acqua, e ingrassare così l’allegra brigata dei soci privati di Acqualatina, prima di scappare e lasciare tutti i debiti nelle mani del socio pubblico o trattare “l’onore delle armi” con ACEA S.p.a.
Un’azione smascherata, inconsapevolmente forse, dai loro stessi “garanti”, l’Autorità Nazionale per l’energia elettrica, il gas e il servizio idrico (AEEGSI).
L’AEEGSI, con delibera n.194/2016/R/IDR del 21 aprile 2016, nell’approvare le tariffe idriche proposte dall’ATO 4 Lazio meridionale – Latina, fa “la summa”, per dirla alla San Tommaso d’Aquino, di tutta la gestione degli ultimi anni del Servizio Idrico Integrato. Prima di tutto l’Autorità non ha approvato le famigerate “partite pregresse” per 8 milioni di euro circa, riferite agli anni 2012 e 2013 perché neanche deliberate dall’ATO, come prevede la legge; poi si riserva di vederci chiaro sul resto.
L’Autorità ricorda inoltre ai nostri amministratori che Acqualatina è ancora sottoposta al provvedimento sanzionatorio avviato con deliberazione n. 379/2014.
Secondo, la richiesta di queste famose “partite pregresse” non è neanche supportata da documenti giustificativi, quindi è completamente inaccettabile.
Però sulle bollette i cittadini continuano a pagarle.
Ma la cosa ancor più preoccupante è “l’ammissione di colpevolezza” dei nostri sindaci che, per giustificare la richiesta di aumenti tariffari, tira fuori tutta la melma sedimentata in questi 13 anni di gestione, sulla qualità del servizio e la qualità dell’acqua: pag. 10 e 11 della deliberazione AEEGSI……………………..”CONSIDERATO CHE:
• con riferimento alla predisposizione tariffaria per gli anni 2014 e 2015, con gli atti e i documenti trasmessi, l’Ente d’Ambito ATO 4 Lazio Meridionale – Latina, a partire dall’analisi degli attuali livelli di servizio, ha rilevato sul proprio territorio criticità riconducibili ai seguenti aspetti:
• casi di mancata conformità ai parametri qualitativi previsti per la risorsa idrica dalla normativa vigente;
• vetustà delle reti, degli impianti e dei misuratori, con conseguente elevato livello di perdite di rete;
• parziale copertura dei servizi di acquedotto, fognatura e depurazione; in considerazione dei rappresentati obiettivi specifici, l’Ente d’Ambito ATO 4 Lazio Meridionale ha programmato, fino al 2017, i seguenti interventi ritenuti prioritari:
• potenziamento degli impianti di dearsenizzazione per l’abbattimento dell’arsenico e realizzazione di due impianti di dissalazione nelle isole pontine;
• sostituzione e/o ottimizzazione di tratti della rete idrica;
• realizzazione di tratti di rete fognaria;
• adeguamento degli impianti di depurazione agli standard richiesti a livello comunitario;
• sostituzione dei misuratori vetusti e installazione di strumenti di telecontrollo;
A questo punto la domanda nasce spontanea: ma in questi 13 anni di gestione Acqualatina, con i soldi che sono stati pagati dai cittadini sulle bollette aumentate del 300%, aumenti fuori legge del 42%, finanziamenti regionali e tanto altro ancora, che cosa avete fatto?
Ma soprattutto, Sindaci, cosa avete controllato? Noi crediamo che sia giunta l’ora di dire basta ad una gestione che ha determinato un pozzo senza fondo di aumenti tariffari, una rete che disperde il 60% di erogazione idrica, una depurazione fuori legge, scarichi fognari abusivi, addirittura, in alcune parti di territorio acqua non potabile e non adatta all’uso umano.
Inoltre, un controllo del territorio inesistente che ha determinato un’antropizzazione selvaggia, senza regole, di cui le falde acquifere sono le prime a subirne le conseguenze catastrofiche per la qualità, la salvaguardia della salute, dell’ambiente e del cibo, per il futuro del territorio e della persone che ci vivono e che ci nasceranno.
Pensiamo sia un dovere etico e politico affrontare tutto ciò da parte di quelli che si candidano a rappresentare i cittadini nelle istituzioni soprattutto locali, altrimenti ad ogni elezione saremo sommersi solo da una valanga di chiacchiere senza scopo o col solo scopo personale di occupare un posto.
A questo punto l’unica cosa che rimane da fare al cittadino consapevole è ribellarsi e disobbedire ad un potere che ci vuole morti! Rilanciamo la nostra proposta di realizzare un Bacino idrico Integrato Pubblico tra i comuni di Fondi, Itri, Sperlonga, Monte San Biagio e Lenola con una gestione più controllabile e soprattutto meglio controllata dai cittadini che sono stufi di subire gestioni consociative con soci privati, dispendiose, mal gestite e soprattutto senza controlli.
Comitato Acqua Pubblica Fondi