Presentazione/spettacolo del libro “Partita (Penelope)” di Simone Di Biasio (FusibiliaLibri, 2016, pref. di Alessia Pizzi Pizzi) nella splendida cornice del cortile del quartiere ebraico di Fondi alle ore 21 del 1° agosto 2016.
Il volume raccoglie il monologo in versi che Ulisse rivolge alla sua sposa, la relativa traduzione a fronte in greco della poeta Evangelia Polymou e le opere dell’artista Stefania Romagna (che per l’occasione saranno esposte nel cortile della Giudea).
Le letture dal testo saranno affidate all’attore Giuseppe Pestillo, mentre Angela Alla sarà il suono del violino e quello della lingua greca. La serata verrà introdotta dalla giovane Ilaria Monacelli, studiosa di Lettere classiche e giornalista; Franco Sepe, poeta e docente all’Università di Potsdam in Germania, leggerà criticamente il testo poetico.
Saranno presenti gli editori Ugo Magnanti e Dona Amati.
L’evento è in collaborazione con la libreria Mondadori di Fondi di Felice Paparello. Grazie anche alla creatività di Veronica Di Biasio che ha ideato graficamente la locandina e alla Hornet Multimedia di Gianni Orticelli che ne ha offerto la stampa.
Per saperne di più: www.fusibilia.it/?p=4100
Una lettura: www.poetarumsilva.com/2016/06/08/simone-di-biasio-partita-penelope/
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Penelope è partita. Ha atteso il ritorno di Ulisse, si è ricongiunta a lui, ma dopo quella notte – la notte d’amore narrata da Omero – è lei a partire. L’eroe rimane dunque solo sulla spiaggia di Itaca: è sconcertato e rivolge alla sua compagna un accorato monologo (in versi) in cui spiega le ragioni della sua lunga assenza, ma anche quelle del suo ritorno. Non gli rimane che sperare anche nel ritorno di Penelope la quale, intanto, sembra aver tessuto non un velo bianco e senza ricami, ma una vera e propria carta di navigazione. Venti anni sono un tempo abbastanza sufficiente per diventare una esperta di mari (aiutata dai Proci? O dal cuore rivolto ad Ulisse?).
Da questo testo scritto da Simone di Biasio e pubblicato nella collana “Nastri” di “Fusibilia” non sappiamo se Penelope fu donna fedele come il mito ci tramanda, ma soprattutto non importa. L’autore dà voce ad una Penelope inedita pur senza farla parlare: le sue parole sono un viaggio covato a lungo. Non un ricatto, più esattamente una ricompensa. È incredibile come dopo 3.000 anni due personaggi come Penelope e Ulisse, forse mai esistiti, ci mettano ancora di fronte alle loro azioni, alle loro Odissee, come sosteneva Calvino: Omero ci ha consegnato – lui davvero – una tela, una trama che può essere ripresa in qualsiasi momento per via di quell’intreccio di storie sviluppate o soltanto abbozzate. Finora non era mai accaduto che Penelope partisse: possiamo dirci felici di questo nuovo viaggio della nostra amata/odiata eroina. Il libro è composto anche da una traduzione a fronte in greco moderno curata dalla traduttrice e poeta Evangelia Polymou, dalla dotta introduzione della grecista Alessia Pizzi, e dalle opere di Stefania Romagna, pittrice e performer che ha costruito matericamente le sue tele con protagonista “tante” Penelope. Che tutto questo non sia l’inizio di una Penelopea?