De Santis (Comitato Ospedaliero) e Izzi (Fondazione S.Giovanni di Dio): “Stop agli sprechi. L’Ospedale di Fondi torni a pieno regime”.

RIUNIONE OSPEDALE - DE SANTIS_comp

“Basta al massacro degli ammalati del territorio”. È il grido di allarme lanciato ieri dal coordinatore del comitato ospedaliero Lucio De Santis e il presidente della Fondazione San Giovanni di Dio Mario Izzi.

È stata discussa ieri martedì 1° Ottobre, in un incontro ad hoc, la realtà attuale dell’Ospedale di Fondi, una situazione hanno spiegato De Santis e Izzi “che rappresenta la realtà di una pessima e triste previsione che ne sta determinando l’inizio della chiusura”.

“I tempi di assistenza stanno diventando biblici – hanno riferito – questo a causa delle continue riduzioni degli organici”. “Non ultimo il trasferimento a Terracina di un tecnico del laboratorio analisi” che, a loro giudizio “ha determinato dal lunedì al sabato l’esecuzione degli esami di reparto dalle 8.00 alle 14.00, privando gli ammalati degli esami necessari al di fuori di questo orario”. Stessa costrizione di orari anche per il reparto di radiologia, hanno indicato gli stessi De Santis e Izzi, che poi hanno passato in rassegna l’analisi dei reparti di ostetricia e chirurgia “in gravissimo disagio” hanno detto, “senza i supporti di radiologia e laboratorio analisi”. Spiegando come “con la riduzione degli organici del servizio di anestesia, l’attività di chirurgia sia ridotta a due sedute mensili, tanto da allungare la lista di attesa per interventi urgenti, anche in considerazione che la maggior parte degli stessi sono per patologie neoplastiche”. “Conseguentemente anche il reparto di ginecologia – hanno aggiunto – ha visto ridursi le proprie sedute a due mensili”.

De Santis e Izzi sono poi passati all’affondo: “Ci sembra assurdo voler sostenere una riduzione dei costi non essendoci le relative risorse, quando crediamo che i costi delle ambulanze e delle auto adibite a trasporto provette non siano inferiori ai costi del personale necessario, ammesso che nel campo medico – hanno detto – debba prevalere il criterio dell’economicità”. Dita puntate contro gli sperperi della Regione, uno su tutti l’avvio del centro ICOT a Latina “vicinissimo – hanno spiegato – al reparto ortopedico dell’ospedale Goretti, oltre a rimborsare i servizi dati dall’Euromed a Pozzilli, fuori regione, e pagare le analisi al laboratorio dell’Ospedale di Caserta”.

“Per far funzionare l’ospedale – hanno aggiunto – basterebbe molto poco, e potremmo ipotizzare di donare la nostra struttura al Bambin Gesù o al Gemelli”. Infine, l’appello: “Chiediamo a sindaci, consiglieri, forze sociali e sindacali, ecclesiastiche e militari di farsi parte attiva per rendere tutti i servizi ospedalieri disponibili 24/24h”.

Comunicato Stampa

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