Fondi, Polemiche sull’ospedale: De Meo risponde alla minoranza

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Il conflitto civile sui problemi della sanità non giova a nessuno, si rischia di perdere di vista il vero obiettivo che è rappresentato dalla tutela della salute dei cittadini: è il senso delle riflessioni del Sindaco di Fondi Salvatore De Meo sul comunicato stampa a firma dei Consiglieri di minoranza Paparello, De Luca, Trani e Di Manno: «Mi stupiscono il tono e i contenuti del comunicato a firma di alcuni Consiglieri di minoranza, che contraddicono uno spirito di collaborazione più volte enunciato. Alla presa di coscienza del “lento processo di depauperamento dei servizi ospedalieri essenziali” segue infatti un’inspiegabile accusa di “strumentalizzazione” politica. E’ profondamente sbagliato parlare di “crociata” da parte dell’Amministrazione comunale, trattandosi invece di doverosa assunzione di responsabilità – non solo da parte dell’Amministrazione comunale di Fondi ma contestualmente di tutti i Comuni del nostro territorio, prescindendo dalle maggioranze politiche che sostengono le singole Amministrazioni – a tutela di decine di migliaia di abitanti. Se un Sindaco – e in questa occasione sono stati ben cinque – contesta il depotenziamento di un Presidio sanitario e chiede misure urgenti a tutela di un ospedale comprensoriale non lo fa di certo per il gusto di intraprendere una battaglia individuale ma per tutelare diritti collettivi e irrinunciabili. E non si possono di certo biasimare i partiti della coalizione di maggioranza per aver sentito il dovere, nei giorni scorsi, di informare i cittadini sulla situazione del nostro ospedale. Ritengo sia legittimo e doveroso esporre le problematiche con cui tutti dovranno confrontarsi pressoché quotidianamente se alle criticità in essere non verrà posto rimedio con interventi concreti. E lo stesso diritto-dovere hanno i singoli cittadini, i comitati e le associazioni, che denunciando con forza e pubblicamente il precario stato di salute del “San Giovanni di Dio” possono fare emergere, così come più volte è accaduto in passato, la grande sensibilità e la granitica compattezza della nostra collettività in tema di sanità. A tal proposito, senza andare troppo indietro nei decenni, ricordo che nel 2009 ben 15.000 cittadini apposero la propria firma su un documento per scongiurare la chiusura del nostro Laboratorio Analisi. Il problema, che allora si riuscì ad arginare, si ripresenta oggi con analoga drammaticità. Perché oggi si criticano coloro i quali hanno voluto destare sull’ospedale la doverosa attenzione di chi deve prendere delle decisioni? Avremmo potuto esprimere la medesima disapprovazione nei confronti della minoranza di centrosinistra quando, negli anni scorsi, promosse in piazza una raccolta di firme su temi analoghi. Eppure decidemmo di svolgere opportunamente il nostro compito istituzionale, segnalando più volte all’allora Presidente della Regione Lazio Renata Polverini e al Direttore Generale della ASL pontina Renato Sponzilli, in occasione di diversi incontri e tramite corrispondenza, i punti deboli del nostro nosocomio. Nel corso degli ultimi anni grazie a queste nostre puntuali considerazioni si sono raggiunti alcuni risultati concreti. Altre rivendicazioni non hanno trovato pieno accoglimento e per le stesse ancora oggi ci battiamo, nella consapevolezza che le legittime istanze vadano rappresentate nelle sedi opportune prescindendo dal colore politico. Se in tutti questi anni il nostro ospedale ha potuto issare il vessillo dell’eccellenza sanitaria lo si deve soprattutto all’alta professionalità e all’abnegazione dei medici e degli infermieri che vi operano, pur patendo limitazioni di ogni tipo. Ma il sacrificio dei singoli non può troppo a lungo sopperire a carenze derivanti da un atto aziendale, tuttora in vigore, ideato e applicato nel lontano 2008 dal Direttore Generale ASL Ilde Coiro, nominato dal Presidente regionale di centrosinistra Piero Marrazzo. Non sono soltanto il sottoscritto e i partiti della coalizione di maggioranza a giudicare inadeguato lo strumento che da ben cinque anni regolamenta l’organizzazione e il funzionamento dell’ASL di Latina. Invito chiunque a chiedere nel merito le opinioni di quanti operano presso il nostro nosocomio per comprendere come il vigente atto aziendale non consenta lo svolgimento delle attività istituzionali di tutela della salute e di erogazione delle prestazioni sanitarie essenziali nel Presidio Centro e, nello specifico, nel “San Giovanni di Dio”. Pertanto le nostre valutazioni non vogliono essere di natura politica o meramente strumentali ma al contrario individuano il merito della questione. Lo comprovano le sollecitazioni rivolte contestualmente al Direttore Generale ASL Renato Sponzilli e al Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. Solo quest’ultimo, in quanto commissario ad acta della sanità regionale e pertanto incaricato dal Consiglio dei Ministri ad adempiere a specifici atti amministrativi, può attuare un piano di riqualificazione dell’assistenza sanitaria territoriale che tenga conto delle reali esigenze del Presidio Centro potenziando i servizi del nosocomio di Fondi».

 

(Comunicato stampa)

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