Sala affollata al convegno promosso dalla Pro Loco Fondi, venerdì 6 dicembre scorso.
Rischiava di cadere nell’oblio, per la dimenticanza prolungata di quindici anni, con la conseguente cancellazione dal ricordo e dell’esistenza il sarcofago cosiddetto di via Purpurale (nome che richiama la località delle Querce dove è stato trovato nel maggio 1998).
Ma l’Associazione Pro Loco Fondi, facendosi interprete e rappresentando l’esigenza da più parti avvertita, ha organizzato un convegno con lo scopritore e studioso del reperto archeologico: il prof. Emidio Quadrino (ispettore onorario dei beni archeologici e monumentali – storico – direttore del Museo Civico di Fondi) che si è tenuto venerdì 6 dicembre scorso in una sala gremita di pubblico nel castello Caetani di Fondi.
“A differenza del 1998 – ha detto Gaetano Orticelli, presidente della Pro Loco – oggi abbiamo la fortuna di poterci servire di social network che rendono democratica la comunicazione e basta andare su internet per avere notizie del nostro sarcofago. Ma quindici anni fa erano i mass media classici ad informare e, dopo l’iniziale fuoco dovuto allo scalpore, la notizia del ritrovamento del sarcofago si è spenta e con essa l’interesse”. Orticelli ha anche ricordato quanto all’epoca fu paventata l’idea di portare via da Fondi il reperto archeologico: “resi pubblica l’intenzione di incatenarmi al sarcofago se la decisione si fosse concretizzata”.
Al convegno sono intervenuti: il prof. Lucio Biasillo, assessore alla cultura del Comune di Fondi che ha patrocinato l’iniziativa; don Luigi Mancini, parroco emerito di San Pietro; il dott. Gino Fiore, conoscitore artistico.
Nella dettagliata relazione tenuta dallo scopritore prof. Emidio Quadrino sono emerse tutte le caratteristiche che rendono “unico” il sarcofago fondano: “E’ l’iconografia renderlo. Essa ha pochissimi punti in comune con quelle di altri sarcofagi – ha spiegato Quadrino – secondo noi non è un caso; la sua fattura suggerisce che lo scultore si è ispirato moltissimo al vangelo di Giovanni obbedendo così alla volontà del defunto che sicuramente non doveva essere un personaggio da poco conto. Egli potrebbe sembrare il primo e il più autentico antesignano del messaggio di Gesù ai gentili: il primo impatto non può avvenire se non con le immagini più note e più stimolanti, come quelle di Gesù, Pietro e Paolo e i Buoni Pastori perché sono due e sono simmetrici, cioè sovrapponibili, cosa che non si trova in nessun sarcofago da noi esaminato”.
Il sarcofago è in marmo ed è di epoca pre o post costantiniana (III sec. d.C.). La superficie è a strigliature e tre gruppi di bassorilievi ne testimoniano l’importanza e unicità. Quando fu scoperto, nel maggio del 1998 (in via Purpurale nella frazione delle Querce), all’interno fu rinvenuto anche lo scheletro della persona che vi fu rinchiusa che presentava avere una corporatura abbastanza alta; tra le ossa filamenti di stoffa dorata, a testimonianza dell’alto lignaggio cui apparteneva.
Comunicato Stampa