Oltraggiato il campo di concentramento di Dachau: la Città di Fondi e la ditta Cos.met si offrono di ripristinare il cancello con la scritta

Cancello campo concentramento Dachau

Il crudele destino di 41.500 esseri umani trucidati non ha impedito l’oltraggio. Nella notte tra Sabato 1 e Domenica 2 Novembre è stato profanato uno dei luoghi della memoria della Shoah: il campo di concentramento di Dachau, da cui è stato asportato il cancello d’ingresso con la macabra e beffarda scritta “Arbeit macht frei”, “Il lavoro rende liberi”, apposta ipocritamente dalle gerarchie hitleriane all’ingresso dei luoghi di sterminio spacciati per campi di lavoro.

Che il furto sia stato il frutto di un blitz di neonazisti o della commissione di un nostalgico e macabro collezionista non è dato al momento sapere.

Ma è indubbio lo sdegno della città gemellata di Dachau, Fondi, che a nome del Sindaco Salvatore De Meo – che si dichiara «indignato per l’orribile atto di profanazione» – ha offerto la disponibilità, in collaborazione con la locale ditta Cosmet SrL – Costruzioni metalliche di Fausto Fabrizio, a ricostruire la targa di 190 centimetri per 95 e l’intero cancello d’ingresso e a ripristinarli in luogo degli originali poiché, come afferma il primo cittadino di Fondi, «la Storia ha bisogno della memoria».

Il Sindaco De Meo ha prontamente comunicato tale disponibilità all’omologo bavarese Florian Hartmann – che era appena ripartito per Dachau a seguito della visita istituzionale prevista nei rapporti di gemellaggio – il quale, ringraziando per la sensibilità dimostrata dalla Città di Fondi e dalla ditta Cosmet, si è fatto carico di rappresentare la proposta alle Istituzioni.

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