L’ospedale di Fondi è stato sempre difeso e sostenuto dagli abitanti del comprensorio, con manifestazioni di piazza, autofinanziamenti e raccolte di firme. La storia si ripete, alla luce della proposta di Atto Aziendale in fase di approvazione presso la Regione Lazio che non corrisponde alle reali esigenze di questo territorio.
Come è noto nei primi giorni di Gennaio il Sindaco di Fondi ha scritto, anche a nome dei Sindaci del comprensorio, al Commissario di Governo per la Sanità regionale On. Nicola Zingaretti con richiesta di voler rivedere la proposta di Atto Aziendale, suggerendo prima della definitiva approvazione proposte di minime modifiche corrispondenti alle peculiarità del “San Giovanni di Dio” e che egli avrebbe voluto illustrare compiutamente in occasione di un incontro diretto.
«Poiché a tale richiesta – ricorda il Sindaco De Meo – non è seguito alcun tipo di riscontro e considerato che l’approvazione definitiva della proposta di Atto Aziendale è una fase cruciale per il futuro della Sanità della nostra provincia e dei nostri Comuni per gli anni a venire, ritengo che si debba far sentire nuovamente la voce dei nostri territori».
I Sindaci di Fondi, Campodimele, Monte San Biagio e Sperlonga hanno pertanto condiviso la necessità di una mobilitazione generale a difesa del nostro ospedale per sostenere una petizione di cittadini, associazioni, comitati, forze politiche e sociali del comprensorio da promuovere quale ulteriore sintomo della motivata e accresciuta apprensione da parte delle popolazioni residenti sui rischi della inefficace tutela della salute a livello territoriale che si protrae da alcuni anni e che si acutizzerà a seguito dell’approvazione dell’attuale proposta di Atto Aziendale.
La raccolta firme è già in atto e si sta diffondendo tra i cittadini e i titolari delle attività produttive.
Questo il testo della petizione indirizzata al Commissario Zingaretti:
«I sottoscritti Cittadini residenti nel comprensorio di Fondi, in considerazione delle perduranti carenze strutturali e di personale dell’ospedale “S. Giovanni di Dio” di Fondi, che nel corso degli anni hanno visto la costante attenzione delle Amministrazioni e dei Consigli comunali del comprensorio, poiché l’ipotesi prospettata per il suddetto nosocomio nel Piano Strategico Aziendale 2014-2016 e nell’Atto Aziendale in via di approvazione non risulta confacente alle esigenze di tutela della nostra salute
CHIEDONO
di tenere in debita considerazione le particolarità e i fattori di criticità che contraddistinguono il nostro territorio attuando soluzioni immediate che corrispondano alle peculiarità del “San Giovanni di Dio” di Fondi
E PERTANTO LA ESORTANO
a voler rivedere in fase di approvazione la proposta di Atto Aziendale della provincia di Latina relativamente all’Ospedale “San Giovanni di Dio” di Fondi almeno con:
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il potenziamento del Pronto Soccorso con tutti i servizi H24 a supporto dell’emergenza (Laboratorio analisi, Radiologia, Cardiologia) con la realizzazione di un Punto O.B.I. – Osservazione Breve Intensiva – i cui locali di fatto sono già esistenti – e la messa in sicurezza delle funzioni ospedaliere esistenti e previste;
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il ripristino della U.O.C. di Ostetricia-Ginecologia in ragione dell’individuazione a Fondi della sede del punto nascita livello I che allo stato attuale registra circa n°1000 parti annui e migliaia di interventi chirurgici, risultando essere il secondo a livello provinciale oltre che punto di riferimento a livello regionale;
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la riattivazione del reparto di Terapia Intensiva post operatoria, già dotato di n°4 posti letto attrezzati, che con un minimo di disponibilità di risorse mediche, recuperabili dalla doppia reperibilità attualmente in essere per garantire i trasferimenti dagli Ospedali di Terracina e Fondi presso altre strutture di Terapia Intensiva, consentirebbe di eseguire interventi in loco senza dover trasferire i pazienti critici verso altre strutture ospedaliere provinciali o regionali».
Inoltre, come già annunciato, nei prossimi giorni il Sindaco di Fondi inizierà ad incontrare associazioni e comitati di cittadini per motivare direttamente e in maniera più articolata la necessità della mobilitazione.