Ha avuto luogo nella giornata di ieri, Mercoledì 18 Marzo, presso la Casa comunale di Fondi l’incontro tra il Direttore Generale della ASL di Latina dott. Michele Caporossi e i Capigruppo consiliari.
All’incontro, richiesto dal Sindaco Salvatore De Meo, hanno preso parte anche il Direttore Sanitario ASL dott. Alfredo Cordoni, il Presidente del Consiglio comunale Maria Luigia Marino e i rappresentanti del Comitato pro Ospedale e della Fondazione S. Giovanni di Dio.
«Abbiamo preso atto – dichiara il Sindaco De Meo –, come già in occasione dell’incontro del Giugno 2014, della verifica attuata nei mesi scorsi dal dott. Caporossi e dal suo staff sulla situazione complessiva della ASL pontina, che ha preceduto la redazione della bozza del nuovo Atto Aziendale.
Nelle more della presentazione del nuovo documento programmatico della sanità provinciale la Dirigenza ASL riconobbe a suo tempo che l’offerta sanitaria ospedaliera della provincia di Latina necessitava di essere rafforzata a fronte di un’annosa penalizzazione. Lo scorso anno riconoscemmo al Direttore Generale di aver meritoriamente richiesto oltre 70 assunzioni in deroga a fronte di una carenza di organico che pregiudica la tutela della salute a livello provinciale, praticamente ignorata dal Commissario ad acta Nicola Zingaretti che ne autorizzò soltanto 3 per la nostra provincia.
Oggi dobbiamo constatare che la situazione è rimasta pressoché immutata in termini di pianta organica, anche per quanto riguarda l’ospedale di Fondi, che ha al contrario visto ridursi nel corso dei mesi il proprio personale a causa di trasferimenti e pensionamenti, con dirette conseguenze sull’operatività dei reparti.
Il nostro nosocomio risulta pertanto essere già penalizzato prima ancora dell’approvazione del nuovo Atto Aziendale, in merito al quale esprimiamo forti perplessità da mesi, rimaste sinora inascoltate dalla Regione Lazio e dal Presidente Zingaretti, al quale abbiamo fatto ripetutamente appello, mantenendo un corretto approccio istituzionale, perché ascoltasse le ragioni e le esigenze dei territori.
Il nuovo Atto, infatti, a fronte di una razionalizzazione complessiva della rete sanitaria provinciale che prevede una centralizzazione dei servizi su Latina con l’istituzione del DEA di II livello, non risolverà l’emergenza strutturale della rete ospedaliera, determinando conseguentemente la perdita d’identità dei singoli nosocomi, tra cui quello di Fondi. Non è sufficiente aver incluso il nostro ospedale nella rete provinciale.
Il problema, infatti, riguarda il contenuto e non il contenitore, ovvero il “San Giovanni di Dio”, del quale non mettiamo in dubbio la sussistenza quanto l’offerta sanitaria, ovvero l’effettiva erogazione dei servizi. Nei fatti l’ospedale di Fondi resterà privo dei servizi a supporto dell’emergenza H24, Laboratorio analisi, Cardiologia e Radiologia, con gravi limitazioni sull’operatività di reparti di eccellenza quali l’Ostetricia-Ginecologia, declassata da UOC – Unità Operativa Complessa a Unità Semplice, sprovvista del primariato.
Le rassicurazioni sul futuro dell’ospedale, ancorate alla previsione del punto nascita, di fatto sono smentite dalla conferma che anche l’eventuale piena attuazione del Piano strategico non consentirà l’istituzione a Fondi dell’area dell’emergenza, in quanto esclusa dalle scelte operate dalla Regione Lazio e dal Commissario Zingaretti.
Eppure in ben due occasioni il Consiglio comunale di Fondi all’unanimità ha chiesto a Zingaretti di voler considerare l’area dell’emergenza anche a Fondi in ragione della presenza del punto nascita. Analoghe richieste erano state già inoltrate dai Consigli comunali precedenti in prossimità dell’approvazione dell’Atto aziendale a firma di Ilde Coiro, senza alcun positivo riscontro.
Non a caso, anche nel corso dell’incontro di ieri tutti i Capigruppo hanno sottolineato la necessità di dover garantire servizi H24 a supporto dell’emergenza per la piena funzionalità dell’ospedale e del suo punto nascita. Si consideri che, come è stato affermato ieri dal Direttore sanitario, se non si interverrà nel potenziamento delle attività a supporto, non si esclude la sospensione dell’operatività dello stesso punto nascita.
E’ stato ribadito anche dai rappresentanti del Comitato e della Fondazione come sia ancora irrisolto l’interrogativo legato alle motivazioni per cui, a fronte dell’obiettivo dell’Azienda di garantire sicurezza nell’erogazione dei servizi ospedalieri, non si è tenuto conto della presenza a Fondi di un reparto di Terapia intensiva post-operatoria dotato di quattro posti letto attrezzati, che potrebbe essere rimesso in funzione “a costo zero” per la sicurezza dei cittadini del comprensorio.
Tutte queste privazioni danno il senso di una marginalità del nosocomio fondano che, scontando gli effetti della nuova programmazione sommata alle criticità esistenti e perduranti, si acuirà sempre più diminuendo progressivamente quantità e qualità dell’offerta ospedaliera.
Le nuove previsioni aziendali non basteranno a restituire al “San Giovanni di Dio” la sua identità e la sua ragion d’essere. Il Piano strategico è ben lontano dall’essere attuato.
Ciò presupporrebbe infatti un cospicuo stanziamento di risorse che ad oggi non è prefigurabile, differendo ad un futuro indefinibile le azioni concrete di rilancio della struttura ospedaliera di Fondi. In fin dei conti il lavoro del DG Caporossi non è stato adeguatamente supportato a livello regionale.
Il Piano di rientro dal deficit sanitario non può infatti essere utilizzato dalla Regione Lazio come un alibi per mascherare l’assenza di volontà di intervenire sulla situazione critica delle molteplici realtà della sanità pontina.
Spiace dirlo ma ci sentiamo ignorati, come se i cittadini del comprensorio di Fondi non appartenessero alla Regione Lazio e non avessero pari dignità rispetto ai residenti di altri territori. E’ mancata la volontà di rendere attuabili interventi che avrebbero contribuito ad invertire la tendenza in atto.
A fronte del silenzio della Regione Lazio, sono convinto che questo comprensorio dovrà far sentire con ancora più forza la propria voce per rivendicare la necessità di una modifica delle scelte sinora fatte sull’ospedale di Fondi».