Mentre prosegue, presso la Galleria d’Arte Moderna di Roma Capitale, fino al 27 Aprile 2014 la mostra che vuole favorire la conoscenza di Libero de Libero (Fondi 1903 – Roma 1981), uno dei più raffinati intellettuali del ‘900, che fu un grande innovatore del gusto artistico italiano, un evento culturale è previsto anche a Fondi sabato 15 marzo prossimo alle ore 18,00 presso il salone di rappresentanza del castello Caetani.
Libero de Libero, poeta, scrittore, cronista d’arte, sceneggiatore, organizzatore culturale. E tutta la sua passione artistica, il suo ruolo guida riguardo gli artisti conterranei Domenico Purificato e Giuseppe De Santis, sono contenuti, dietro abile intreccio narrativo, in un documentario che RAITECHE ha prodotto di recente. Un lavoro completo, interessante, affascinante elaborato dalla brava regista Silvana Palumbieri. Infatti in concomitanza della mostra, la RAI, ha già trasmesso il 23 febbraio a Roma il documentario dal titolo “Gli approdi di de Libero”, e l’evento verrà riproposto a Fondi sabato prossimo, organizzato dall’Associazione Confronto – che ha anche partecipato alla realizzazione del filmato – per conto dell’Assessorato alla Cultura, Associazione che da 30 anni organizza il premio di poesia Libero de Libero
Il fine è quello di valorizzare la ricchezza del materiale documentario e visivo che gravita intorno la figura di Libero de Libero.
La mostra alla Galleria d’Arte Moderna di Roma Capitale avviene in un momento di rinnovato interesse per la figura di de Libero, il cui studio è fondamentale per ricostruire la fitta rete di relazioni, non ancora del tutto sondate, tra artisti, poeti, scrittori che caratterizza la scena artistica italiana di lunga parte del Novecento.
In collaborazione con la Rai pertanto è stata fatta richiesta all’assessorato alla cultura del Comune – che ha immediatamente sostenuto l’iniziativa – di organizzare a Fondi la presentazione del lavoro della Palumbieri, ricco di interventi critici, immagini d’epoca, suddiviso in capitoli: Il caffé Aragno; La Cometadella contessa; Ciociaria natìa; Viaggio verso il naufragio; Il cuore tace; Fondi per il cinema; Le ultime raccolte deliberiane.
RAI TECHE – QUADRIENNALE DI ROMA
“Gli approdi di De Libero” di Silvana Palumbieri
DOCUMENTARIO Tv. Dur: 35′
Il Caffè Aragno al centro di Roma è nel 1927 un foro, un porto, una basilica. Sui suoi divanetti letterati come Cecchi, Cardarelli Somci, Baldini. Ungaretti celebrano ogni giorno il sodalizio spontaneo con la pittura, in specie con la scuola romana di via Cavour, Mafai, Raphael, Scipione, Ceraccini e Capogrossi. Li fiancheggia e li sostiene criticamente un giovane letterato arrivato da pochi mesi dalla natia Fondi, si chiama Libero De Libero. In un anno ha già pubblicato alcuni racconti dato vita con Luigi Diemoz al quindicinale L’interplanetario, dato alle scene con la regia di Anton Giulio Bragaglia Frangiallo, suo primo lavoro teatrale. E diventato anche il critico d’arte della rivista Italia letteraria diretta da G.B Angioletti e Curzio Malaparte. E nel ’33 l’editore De Fonseca pubblica la sua prima raccolta di poesie Solstizio
La contessa Pecci Blunt appassionata d’arte e mecenate, lo chiama a dirigerela Galleria LaCometa. Sarà una vicenda appassionante che dal `35 al ’38 porterà alla ribalta artisti poco conosciuti, in seguito grandi protagonisti della pittura italiana, Cagli, Levi, Tosi, Mazù, Ziveri, Melli, Afro, de Chirico, Guttuso, Pirandello, Severini. La presenza tra loro di artisti ebrei scatena gli attacchi razzisti della pubblicistica fascista, quindi il regime pratica sistematiche azioni di asfissiante controllo poliziesco.La Cometaè costretta a chiudere i battenti. Si apre con le raccolte Proverbi Testa, Eclisse la grande stagione poetica di De Libero, versi musicali tramati di folgoranti richiami analogici. Quando la vena poetica inaridisce dal ’45 inizia per lui il tempo della narrativa: i due romanzi Amore e morte e Camera oscura, i racconti Malumore, Il guanto nero, Racconti alla finestra Dalle Teche Rai è emersa l’inesplorata eredità mediatica di De Libero mentre declama le proprie poesie, riflette sullo scempio che la guerra compie su ogni anima, considera le valenze simboliche della natura. Nei primi anni del dopoguerra De Libero è lo sceneggiatore di Non cé pace tra gli ulivi e Giorni dámoredi Giuseppe De Santis di cui è amico per la comune origine fondana. Dal 7,1 alle soglie dei settant’anni, nella prestigiosa collana di poesia Specchio di Mondadori, il poeta pubblica le tre raccolte Di brace in brace, Scempio e lusinga e Circostanze. Poi, dopo cinque anni di sofferenza e assenza, chiude la sua esistenza a Roma.