Sul fronte degli infortuni sul lavoro resta molto da fare, anche dal punto di vista degli accertamenti, dei controlli e delle sanzioni, sono evidenti e gravissime le crepe e le contraddizioni nell’impegno a costruire la sicurezza sul lavoro, che è un fondamentale valore costituzionale. Non basta individuare le responsabilità delle piccole imprese che ricorrono al lavoro nero, bisogna farlo anche con le grandi aziende committenti, visto che in alcune zone del nostro Paese i processi per infortuni sul lavoro non si fanno nemmeno, in altri sono lenti e il reato si prescrive. Le conseguenze sono inevitabili, si diffonde l’idea dell’impunità, ed allora creare “una procura nazionale altamente specializzata per gli infortuni sul lavoro” potrebbe essere importante, considerando che godrebbe anche del vantaggio di poter operare senza subire i condizionamenti legati agli interessi delle singole realtà locali.
Sono solo alcune delle riflessioni legate agli argomenti trattati questa mattina a Fondi, nella splendida cornice di Palazzo Caetani, durante la Conferenza “Diritto al Lavoro. Diritto alla Sicurezza” organizzata dall’Associazione Culturale “Il Quadrato” in stretta collaborazione con l’ANMIL, Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro, rappresentata dal Consigliere Nazionale Debora Spagnuolo.
Cosa possono fare la Scuola, le Istituzioni, i Sindacati e le Associazioni? Come superare il dramma di chi non denuncia per timore di ritorsioni il proprio infortunio sul lavoro? Quanto sono reali i dati che indicano in diminuzione del 7% in ambito nazionale gli infortuni sul lavoro? Quante imprese risultano essere in regola a seguito di ispezioni? A questi ed altri interrogativi si è cercato di dare risposta durante l’incontro tenutosi a Fondi.
“La vita di ogni lavoratore, il diritto alla salute, che significa operare in condizioni igienico-sanitarie sicure e idonee, vanno tutelati sopra ogni cosa” ha commentato Debora Spagnuolo, aggiungendo che “la crisi non può essere un pretesto per chiudere un occhio. Bisogna agire sull’informazione, la formazione e la prevenzione. Le norme devono essere conosciute dalle imprese e dai lavoratori, che devono convincersi che la sicurezza è un valore di civiltà ed anche un valore economico”.
“Occorre un cambiamento culturale” ha dichiarato Francesco Ciccone, Responsabile Organizzativo de “Il Quadrato”, “che deve coinvolgere non solo i datori di lavoro, ma gli stessi dipendenti, nella consapevolezza che le leggi sulle condizioni giuridiche e materiali del lavoro non rappresentano mere formalità burocratiche, ma regole che garantiscono la dimensione imprescindibile di partecipazione dell’individuo alla vita collettiva. Coscienti che c’è bisogno di cambiare mentalità anche nel rapporto tra dipendente e datore di lavoro. Non più e non solo un’opportunità che l’imprenditore dà al lavoratore, ma anche e soprattutto una prestazione professionale competente che il dipendente mette a disposizione dell’azienda”. In occasione del suo intervento, Ciccone ha inoltre avanzato la proposta di ospitare, almeno un’ora a settimana, presso il Municipio i rappresentanti dell’ANMIL per favorirne l’incontro con la cittadinanza.
Particolarmente toccanti le testimonianze di Onofrio Pampena e Ferdinando Petrone, ex operai dell’Avir di Gaeta, che hanno raccontato la loro esperienza diretta, ricordando decine di colleghi morti a causa dell’amianto, ed augurando alla platea che le Istituzioni siano sempre più impegnate nel combattere questa piaga. All’incontro ha partecipato anche l’Assessore alla Cultura del Comune di Fondi, il Prof. Lucio Biasillo, che ha ringraziato l’Associazione “Il Quadrato” per aver deciso di affrontare un tema così delicato ed attuale coinvolgendo gli Istituti Scolastici.