“Centottanta giorni”, presentato a Fondi quest’oggi.‏ Ebe Pierini ci racconta l’Afghanistan in 30 storie di soldati italiani

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“Dai soldati italiani in Afghanistan ho imparato che si può essere una famiglia anche senza essere legati da vincoli di sangue, che ci si può sentire a casa anche a migliaia di chilometri di distanza dall’Italia, che le difficoltà possono anche fortificare, che il coraggio è il lato costruttivo della paura, che c’è ancora chi crede nel senso di appartenenza ad un’uniforme, ad una Bandiera, ad una Nazione, che contano i fatti, non le parole, che il rispetto reciproco è un comandamento da onorare, che la squadra viene sempre prima del singolo, che i verbi si declinano sempre alla prima persona plurale e mai alla prima singolare”. 

 

Ebe Pierini ha scelto questo passo del suo Libro per spiegare in una frase il senso della sua fatica letteraria. E la platea del Castello di Fondi l’ha ascoltata con attenzione, tributandole ripetuti applausi. Parliamo dell’interessante volume “Centottanta giorni. Storie di soldati italiani in Afghanistan”, all’interno del quale la scrittrice originaria di Sabaudia ha raccontato delle vicende del contingente italiano impegnato nella missione di pace. Il testo scaturisce proprio da una serie di testimonianze dirette attraverso le quali l’autrice si è fatta carico di analizzare gli avvenimenti più sentiti relativamente allo stretto rapporto instauratosi in quelle terre lontane. Dai Balcani al Mali, dall’Afghanistan all’Oceano indiano, dall’Iraq alla Georgia, circa 4.500 militari italiani impegnati in 28 operazioni internazionali in 38 Paesi in giro per il mondo.

 

Il Libro è stato presentato quest’oggi a Fondi, con l’organizzazione curata dall’Associazione Culturale “Il Quadrato”, alla presenza dell’Assessore alla Cultura Lucio Biasillo e del Maresciallo Capo del Centro Eccellenza Counter IED dell’Esercito Italiano Francesco Sorrentino. Ha fatto gli onori di casa Francesco Ciccone, che dopo aver introdotto l’Evento ha posto domande ai presenti, soffermandosi in particolare sul senso della presenza dei nostri soldati in Afghanistan, sui progressi fatti, sulle prospettive per il Paese, sulla situazione di donne e bambini, sui passi in avanti fatti sul piano sanitario, economico ed amministrativo, sul contatto con la famiglia attraverso internet.

 

Nelle parole dell’autrice e del Maresciallo Sorrentino la testimonianza di quei “Centottanta giorni” durante i quali si rafforzano i legami, si riscopre la profondità delle amicizie, quelle vere. Si divide tutto, dal cibo ai rischi. Ci si protegge a vicenda. I commilitoni diventano fratelli. Per centottanta giorni si smette di essere un plotone, una compagnia, un reggimento, una brigata e si diventa famiglia. In trenta storie la Pierini racconta la vita, la morte, gli attentati, gli spari, i momenti di condivisione, le festività passate lontani da casa, le ritualità, le difficoltà logistiche, le paure, le amicizie.

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