Le lampade a basso consumo garantiscono un maggior risparmio energetico e una durata superiore alle vecchie lampadine a incandescenza che, oltretutto, dal 2012 non sono più in vendita. Questo tipo di lampadine, però, contiene un seppure esigua quantità di mercurio, materiale, come sappiamo, molto tossico: in caso di rottura, bisogna adottare alcune precauzioni per evitare qualsiasi potenziale pericolo.
Per conoscere il modo più corretto di agire in caso di rottura di una lampadina, facciamoci aiutare dal blog di Punto Luce, negozio online dedicato alla vendita di materiale elettrico.
Scopriremo poi come smaltire correttamente le lampadine a basso consumo esauste.
Si rompe una lampadina a basso consumo: che fare?
Se una lampadina a basso consumo si rompe accidentalmente, per prima cosa dobbiamo far uscire persone e animali dall’ambiente. In seguito va areato il locale per almeno 15 minuti: attenzione che non ci sia troppo vento e che non ci siano correnti d’aria. Se sono accesi, è necessario spegnere immediatamente il condizionatore o la pompa di calore.
Passati i 15 minuti, armiamoci di nastro adesivo, salviettine umidificate, fogli di carta e un vaso di vetro con coperchio.
È il momento di pulire: raccogliamo i frammenti della lampadina con le salviettine umificate e la carta, stando ben attenti a non lasciare alcun residuo in giro. I frammenti della lampadina vanno messi nel contenitore di vetro, che andrà chiuso molto bene con il coperchio di metallo e il nastro adesivo.
Attenzione: bisogna resistere alla tentazione di usare la scopa e l’aspirapolvere e di gettare tutto nell’indifferenziata.
Smaltire correttamente le lampadine a basso consumo
Come già accennato, le lampadine a basso consumo devono essere separate dai rifiuti urbani “normali”. Detto in maniera molto chiara: non vanno gettate nel bidone del secco indifferenziato. Abbiamo diverse soluzioni per smaltire le lampadine a basso consumo.
Innanzi tutto, è possibile restituire le lampadine non più in uso al rivenditore da cui si acquisteranno le nuove lampade (il rapporto dev’essere di 1 a 1) Possiamo portare le lampadine non più funzionanti anche nei centri di raccolta comunali.
Per i rivenditori e le aziende, c’è la possibilità di usufruire di Extralamp, un servizio che garantisce il ritiro diretto nei magazzini al raggiungimento dei 100 kg di lampadine da smaltire.
Infine, esiste un consorzio senza scopo di lucro che si preoccupa di raccogliere e trattare le lampadine a basso consumo esaurite: Ecolamp.
Ecolamp è un consorzio attivo dal 2004 che offre un servizio completo di ritiro, trasporto, riciclo e smaltimento delle apparecchiature di illuminazione a fine vita. Il consorzio offre servizi ad hoc per professionisti e privati e oltre a ritirare tutte le sorgenti luminose, ritirano anche grossi elettrodomestici come lavatrici, lavastoviglie e forni, apparecchi informatici, tv e monitor.
Nello specifico, per le lampadine a basso consumo Ecolamp ha distribuito in tutte il territorio nazionale due tipi di contenitori, conformi agli standard europei, robusti e facili da spostare grazie ad apposite prese. Ogni contenitore ha un codice univoco che permette di tracciare tutto il loro percorso, dal luogo di conferimento all’impianto di trattamento. Attualmente, ci sono ben 6000 contenitori in tutta Italia.
In conclusione
Le lampadine a basso consumo contengono mercurio e possono rappresentare un pericolo per l’ambiente se non smaltite correttamente. Non vanno mai buttate nell’indifferenziata, ma vanno portate in un centro di raccolta comunale o dal rivenditore da cui le abbiamo acquistate. Se si rompono, dobbiamo raccogliere con cura i frammenti e chiuderli in un contenitore di vetro.
Se abbiamo dubbi, possiamo contattare il consorzio Ecolamp e chiedere qual è il centro di raccolta più vicino.
Una precisazione importante: le lampade a incandescenza, alogene e a LED, a differenza delle lampade a basso consumo, possono essere buttate tranquillamente nel sacco del secco indifferenziato.