Vogliamo riscoprire la storica vocazione agricola del territorio fondano, preservando un patrimonio di sapienza e “know how” frutto di una tradizione secolare, che può offrire prospettive di sviluppo economico ed occupazionale, tanto più in tempi di crisi come quelli attuali. Un obiettivo ambizioso, quello che ci prefiggiamo con la proposta “Fondi riscopre l’Agricoltura Sociale” per ridare anzitutto un ruolo di primo piano all’agricoltura fondana, partendo dalla valorizzazione delle pratiche tradizionali del settore ortofrutticolo e recuperando esperienze di vita nei campi e prodotti agricoli altrimenti destinati al definitivo abbandono.
Valenza “sociale” dunque, ed infatti la nostra proposta, che sarà appunto quella di creare nel territorio fondano i cosiddetti “Orti Sociali”, recuperando terreni incolti (in genere di proprietà pubblica) da assegnare a singoli cittadini o a sodalizi. Pensiamo alla coltivazione non solo come attività di auto-sostentamento senza fini di lucro o come salutare hobby all’aria aperta. L’idea è quella di un rilancio dell’agricoltura a 360 gradi, come settore ad alta professionalità e con autentiche potenzialità occupazionali, puntando in particolare sui prodotti d’eccellenza tipici locali.
Riteniamo che vada evitato il rischio di perdere il patrimonio rappresentato dalle conoscenze specifiche che i nostri agricoltori hanno sviluppato nel corso della storia e che progressivamente, negli ultimi anni, sono state messe in un angolo dal continuo abbandono della terra da parte dei giovani a causa di una non adeguata redditività della dell’agricoltura. E’ inoltre innegabile che abbia contribuito a ciò anche il sentimento comune di considerare l’abbandono della pratica agricola e l’approdo ad un mestiere diverso, non legato alla terra, come un salto di qualità sociale, una forma di emancipazione. Da qualche anno, invece, questa mentalità si sta ormai superando, anche a causa della crisi. Ci deve essere un’inversione di tendenza legato anche al fatto che nel nostro Paese il settore agricolo, e in particolare i prodotti d’eccellenza, danno segnali incoraggianti di crescita. Sembra, insomma, in via di superamento il periodo buio che negli ultimi decenni ha portato tanti prodotti agricoli a divenire pressoché introvabili ed a far quasi scomparire esperienze, relazioni di lavoro e di vita nei campi.
Proprio per questo ci siamo chiesti perché non inserire in circuito virtuoso i terreni incolti di proprietà pubblica per combattere la disoccupazione e il dissesto idrogeologico? Perché non dare a giovani e non, disoccupati della nostra Città, a Cooperative, la possibilità di avere in comodato d’uso terreni pubblici abbandonati ed incolti per l’agricoltura e l’allevamento? Chiederemo al prossimo Sindaco, certi che sarà il nostro Candidato a Sindaco Salvatore De Meo, di avviare un censimento dei terreni pubblici comunali abbandonati ed incolti e verificarne le condizioni e il possibile utilizzo a fini agricoli. Al termine di questa attività deve essere redatto un Progetto che definisca le modalità di assegnazione. Chiederemo anche un censimento dei terreni privati lasciati incolti e non utilizzati per verificare la possibilità di metterli a disposizione a canoni concordati ad agricoltori che non sono proprietari di terreni.