Omicidio di Silvana Cerro, due arresti. Fermati un nordafricano e il figlio della vicina aggredita

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Salvatore GUGLIETTA, pregiudicato 56enne, e Achour TALEB, 44enne marocchino residente a Fondi, con precedenti di polizia. Sono i due individui fermati nella giornata di ieri giovedì 21 novembre per l’omicidio di Silvana Cerro. Una nota del Comando Provinciale Carabinieri di Latina conferma l’esecuzione del decreto di fermo emesso dal P.M. dott. Gregorio Capasso, della Procura della Repubblica di Latina. Oltre ad essere indiziati del delitto, a loro carico pesa l’accusa di rapina aggravata perpetrata ai danni della 78enne Concetta LAURETTI, originaria di Lenola e residente a Fondi, l’anziana aggredita e attualmente ricoverata a Terracina per la rottura del femore.

Le indagini, condotte dal Nucleo Investigativo provinciale, in collaborazione con il Nucleo operativo della Compagnia CC di Gaeta e dalla Stazione CC di Fondi, hanno permesso di configurare “un solido impianto indiziario nei confronti degli arrestati che hanno permesso al P.M. inquirente di emettere il provvedimento restrittivo”.

Si arricchisce così di nuovi risvolti l’omicidio di Silvana Cerro, la 59enne rivenuta cadavere la sera di mercoledì 20 novembre nel suo appartamento in via Giovanni Pascoli a Fondi. Alla luce dei nuovi elementi emersi, non sarebbe stata lei l’obiettivo dei malviventi, il suo assassinio prende la forma della tragica fatalità.

Stando a quanto confermato dal Nucleo Provinciale CC, sarebbe stata proprio la Cerro a gettarsi nel coraggioso tentativo di strappare alla violenza la 78enne, uscita dalla colluttazione con un femore rotto, e diversi traumi. Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, il figlio dell’anziana, Salvatore Guglietta, avrebbe citofonato alla madre per farsi aprire il portone dello stabile, il complice nordafricano si sarebbe poi introdotto nell’abitazione della Lauretti. Di lì a poco l’aggressione e la rapina di 900 euro e cinque anelli d’oro.

Il fracasso avrebbe insospettito Silvana Cerro, piombata al piano inferiore. Prima stordita, forse con un colpo alla testa, poi imbavagliata, legata e nascosta nel proprio appartamento, dove è deceduta qualche minuto più tardi, forse per asfissia. Nell’androne i segni della lotta: un vaso rotto; qua e là, a terra, alcuni mazzi di fiori gettati alla rinfusa. La 59enne originaria di Pontecorvo è stata trovata così dalla figlia 14enne, riversa ai piedi del letto, stesa sul pavimento a faccia in giù, la bocca ostruita da un panno e da una fascia di nastro adesivo che le correva anche attorno alle mani.

Sarà l’autopsia a far luce sulle cause della morte, indagine che verrà effettuata nella giornata di oggi.

La Redazione

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