La recente notizia dell’assoluzione di Ignazio Marino sulla questione degli scontrini truccati ha fatto felici i suoi sostenitori e lasciato con l’amaro in bocca i suoi oppositori. L’ex sindaco di Roma era accusato di peculato, falso e truffa ma in questi giorni il gup Pierluigi Balestrieri ha pronunciato la sentenza di assoluzione e respinto le richieste dei pubblici ministeri.
Questi ultimi avevano chiesto per l’ex sindaco della capitale una condanna a 3 anni e 4 mesi che, in caso di approvazione, sarebbe stata scontata di un terzo per via del rito abbreviato scelto dalla difesa. Allo stesso tempo il Campidoglio, che si era costituito parte civile, aveva chiesto ben 600.000 € ad Ignazio Marino come risarcimento per il danno d’immagine arrecato alla città.
In ogni caso, cerchiamo di ripercorrere la vicenda che si è svolta tra il luglio del 2013 e il giugno del 2015, periodo in cui l’ex sindaco avrebbe pagato 56 cene private con la carta di credito del comune. Alcune cene avrebbero visto come partecipanti solo Ignazio Marino e sua moglie e questo avrebbe acceso la miccia della vicenda anche se, come ricorda la sua biografia che si può trovare riassunta anche online, ad esempio su www.politicanti.it, ha dimostrato di essere una persona con pochi scheletri nell’armadio.
Ad ogni modo, tornando ai fatti, il costo totale di questi scontrini incriminati ammonta a circa 13.000 € e questo è stato sufficiente per avanzare una richiesta di condanna per peculato. Per il reato di falso invece l’accusa è ricorsa alle indicazioni che Marino avrebbe dato al personale, attraverso dichiarazioni false, con l’obiettivo di avere delle dichiarazioni giustificative che dimostrassero la natura istituzionale delle cene.
Infine, l’ultima accusa di truffa è stata avanzata per il fatto che, insieme ad altre 3 persone, l’ex sindaco avrebbe predisposto la certificazione di compensi a soggetti inesistenti, facendo cosi risparmiare circa 6.000 € di contributi alla Onlus Imagine che era stata fondata nel 2005. In questi giorni è quindi arrivata la sentenza definitiva del processo e, sia sulla questione degli scontrini che su quella della Onlus il giudizio è stato lo stesso: “il fatto non sussiste”. Naturalmente Ignazio Marino si è detto pienamente soddisfatto di questo giudizio che, finalmente, ha riportato la verità e la serenità sulle vicende che hanno scosso la capitale nei mesi scorsi.
A chi gli chiede del suo futuro nella politica risponde che non è sicuramente questo il momento per prendere una decisione corretta,ha quindi lasciato in sospeso una scelta del suo futuro politico. Allo stesso tempo però ha tenuto a precisare che il merito di questa sentenza è anche e, soprattutto, dei suoi avvocati: Enzo Musco, Franco Moretti e Alessandra Martuscelli che hanno lavorato con molta dedizione, passione e professionalità per costruire una solida difesa.
Infine, lo stesso Marino ha voluto precisare che anche nei momenti peggiori, in cui tutti lo accusavano di essere colpevole, non ha mai perso la fiducia nella giustizia ed è rimasto fiducioso del fatto che la verità prima o poi sarebbe venuta fuori. A questo punto non ci resta che aspettare del tempo per sapere se l’ex sindaco vorrà ritornare sul campo di battaglia della politica o se preferirà percorrere altre strade.