“Condivido, sostengo e resto in prima linea al fianco del sindaco di Fondi, Salvatore De Meo, e di tutti i cittadini della provincia di Latina che vengono, ingiustamente, privati dei propri diritti e di una assistenza sanitaria di qualità. La scelta di proporre una petizione popolare per salvare l’ospedale di Fondi si inserisce in una serie di azioni che, a tutti i livelli istituzionali, si stanno mettendo in atto per avere delle risposte concrete dal commissario ad acta Zingaretti e dal direttore generale della Asl Michele Caporossi. L’atto aziendale a firma del direttore generale Michele Caporossi deve essere modificato. Avevamo annunciato nelle settimane scorse che non avremmo fatto alcun passo indietro finchè le integrazioni proposte non fossero accettate. La decisione del sindaco De Meo e di tutti i sindaci del comprensorio, di autoconvocarsi nuovamente in Regione ne è la dimostrazione. In questi mesi abbiamo trovato solo porte chiuse. Ogni domanda riguardante il futuro degli ospedali della nostra provincia, le ragioni del costante depotenziamento del San Giovanni di Dio di Fondi, il tentativo di aprire un confronto aperto con Zingaretti e Caporossi sono cadute nel nulla. Non solo. Con una assoluta noncuranza nei confronti del dolore delle persone e delle famiglie, già costrette al calvario di una malattia, sia Zingaretti che Caporossi hanno scelto di nascondersi dietro false promesse e ipotesi sconclusionate oltre che irrealizzabili. E’ da irresponsabili inserire, tra l’altro solo nel piano strategico e non nell’atto aziendale, la ipotetica istituzione h24 del Pronto soccorso a supporto dei reparti di Ostetricia-Ginecologia e Pediatria quando non ci sono i servizi connessi quali cardiologia, radiologia, laboratorio analisi, chirurgia d’urgenza. E’ allarmante la decisione di declassare il punto nascita a Uosd privandolo, tra l’altro, dei servizi correlati. E’ sintomo di incapacità politica, decisionale ed operativa non aver reso, a più di sei mesi di distanza dal decreto a firma di Zingaretti, h24 l’operatività del laboratorio analisi del San Giovanni di Dio di Fondi. Zingaretti può ancora agire e cambiare un atto che impone decisioni non condivise che penalizzano la sanità, i professionisti e soprattutto i cittadini. Avevamo annunciato una vera e propria marcia su Roma se non avessero rispettato un diritto sacrosanto. Questo è il primo passo per cambiare quella che chiamano sanità ma che in provincia di Latina e nel Lazio si traduce in vergogna”.